In Islanda le balene sono oggetto di due tipi di attività molto contrastanti: da una parte la famigerata caccia, deprecata dal mondo intero ma sostenuta impavidamente dagli islandesi, dall’altra l’innocuo whale watching, ovvero le escursioni turistiche per l’avvistamento di cetacei.
Secondo un rapporto della Iwc ( International Whaling Commission) è proprio quest’ultima l’attività più redditizia.
Negli ultimi anni soprattutto il numero dei turisti è andato via via crescendo e gli introiti superano di gran lunga quelli dovuti alla caccia. Tanto più che finita l’era dei bustini confezionati coi fanoni e delle lampade ad olio, l’utilizzo delle balene nel quotidiano è venuto ormai meno.
Ci si augura quindi, anche in vista dell’avvicinamento all’UE, che l’Islanda rinunci alle stragi di cetacei e cerchi invece benefici economici nel whale watching, attività più sostenibile e in un certo senso promotrice dell’amore per la natura.